La Puglia (AFI: /ˈpuʎʎa/; Apulia in latino, Iapyghia, Ἰαπυγία in greco antico, Púgghie, Puie o Puje in barese, foggiano e tarantino, Poulye in francoprovenzale) è una regione italiana a statuto ordinario dell’Italia Meridionale di 4 063 888 abitanti, con capoluogo Bari. Confina a nord-ovest con il Molise, a ovest con la Campania e la Basilicata ed è bagnata dal mare Adriatico a est e nord e dal mar Ionio a sud. Fino alla prima metà del XX secolo per descrivere la regione era utilizzato l’equivalente toponimo, declinato al plurale, Puglie, tuttora presente nella toponomastica della zona in Tavoliere delle Puglie e, sino al 1931 in Bari delle Puglie, nome ufficiale dell’attuale capoluogo amministrativo.
Comprende la città metropolitana di Bari (capoluogo) e le province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Taranto, Brindisi e Lecce. La Puglia è la regione più orientale
d’Italia: la località più ad est è Punta Palascìa (Otranto), distante 72 chilometri da Capo Linguetta, la punta più settentrionale della Penisola del Karaburun in Albania e 80 chilometri dall’isola di Fanò.
La prima entità statale d’Italia che prese il nome di Langobardia o Longobardia si trova nel sud della penisola e comprendeva principalmente la Puglia; era un territorio governato dai bizantini (thema) con capitale Bari. Il termine germanico Langbardland viene utilizzato solo dopo la caduta del Regnum Langobardorum e solo per indicare il thema bizantino del sud Italia con il nome di Longobardia o Langobardia, luogo chiamato Langbardland dai guerrieri germanici Variaghi che combatterono in quelle terre contro bizantini e normanni; in Svezia i popoli germanici a ricordo di questi guerrieri Variaghi eressero delle pietre runiche chiamate Pietre runiche d’Italia.
I territori della Puglia
La Puglia è la regione più orientale d’Italia e una di quelle con il maggiore sviluppo costiero con un’estensione delle coste di circa 865 km. Lungo la costa si alternano tratti rocciosi (come sul Gargano), falesie(coste rocciose dalle pareti a picco), ma anche litorali sabbiosi (come lungo il Golfo di Taranto). Nel 2010 il Ministero della Salute ha dichiarato balneabile il 98% delle coste pugliesi.
L’interno della regione è prevalentemente pianeggiante e collinare, senza evidenti contrasti tra un territorio e l’altro. Tuttavia, vi sono otto sub regioni differenti: il Gargano e il Subappennino Dauno sono le uniche zone montuose della Puglia (con rilievi che superano i 1000-1100 metri s.l.m.); il Tavoliere delle Puglie, esteso per 4810 chilometri quadrati, rappresenta la più estesa pianura d’Italia dopo la Pianura Padana; le Murge, un altopiano di natura calcarea posto a sud del Tavoliere che si estende fino alle serre salentine; la Terra di Bari, tra la Murge e il mare Adriatico, è un’area pianeggiante o leggermente ondulata; la Valle d’Itria, situata a cavallo tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, si caratterizza da un’alternanza tra vallate e ondulazioni e soprattutto da un’elevatissima popolazione sparsa (questa è la zona di maggior concentrazione di trulli); l’Arco ionico tarantino segue la costa dell’intera provincia, estendendosi dal sistema murgiano, a nord, fino alla penisola salentina, a sud, abbracciando una zona collinare ed una vasta zona costiera pianeggiante;
Alla Puglia appartiene l’arcipelago delle Tremiti, a nord-est al largo della costa garganica, le piccole isole Cheradi, presso Taranto e l’isola di Sant’Andrea dinanzi alla costa di Gallipoli.
Dal punto di vista geografico la regione fisica pugliese include anche il piccolo arcipelago di Pelagosa, a nord-est delle Tremiti, che oggi è parte della Croazia.
I dialetti della Puglia
I numerosi dialetti parlati in Puglia sono classificati entro due gruppi fondamentali, nettamente distinguibili soprattutto sotto il profilo fonetico:
– nella parte centro-settentrionale della regione sono parlati i dialetti pugliesi propriamente detti, appartenenti alla famiglia dei dialetti meridionali italiani, insieme a quelli campani, lucani, abruzzesi e molisani, e comprendenti il barese, il foggiano e le loro varianti comunali oltre a quello garganico;
– nel Salento si parla invece il dialetto salentino, appartenente insieme al siciliano e al calabrese alla famiglia dei dialetti meridionali italiani estremi e a sua volta classificabile in leccese, brindisino, magliese-otrantino, leucadeo e gallipolino.
Il dialetto tarantino e quelli di altri centri lungo la direttrice Taranto-Ostuni possono essere classificati come dialetti di transizione apulo-salentina.
Una peculiarità linguistica della Puglia è inoltre la presenza di piccole isole linguistiche nelle quali si parlano idiomi non riconducibili al gruppo delle lingue neolatine:
– il griko, diffuso nella Grecìa salentina, è una lingua derivata dal greco, la cui diffusione nel Salento è fatta risalire a insediamenti bizantini o addirittura a colonie magnogreche;
– l’arbëreshë, derivato dalla lingua albanese, è parlato nel tarantino a San Marzano di San Giuseppe e sul Subappennino dauno a Casalvecchio di Puglia e Chieuti. È l’esito dell’emigrazione dall’Albania tra il XV e il XVIII secolo.
Infine, nei comuni subappenninici di Celle di San Vito e Faeto è presente l’unica minoranza francoprovenzale (o arpitana) dell’Italia peninsulare, attestata dal 1566, ma risalente forse al XIII secolo.